venerdì 1 marzo 2024

Biscotti mandorle, pistacchi e gocce di cioccolato

Una notte di una ventina di anni fa.
Mi ero da poco lasciata con il moroso e quella era una delle prime uscite - da single - che facevo a bordo della mia amata Franky.
Lo preciso per far capire che all' epoca guidavo molto poco: solo nel fine settimana per andare a fare la spesa. In settimana per recarmi in ufficio utilizzavo i mezzi pubblici, mentre per le relazioni sociali mi facevo scarrozzare appunto dal moroso (guidare in sua presenza mi terrorizzava).

Era una delle mie prime uscite, dunque. Un' uscita molto tranquilla che aveva previsto una passeggiata per le vie del centro di Torino ed una sosta in un cocktail bar in voga all' epoca ed in cui, nonostante i cori di disapprovazione dei miei compagni d'uscita, avrei come sempre consumato la mia bibita analcolica o magari, botta di vita, un analcolico della casa o a discrezione del barista.

La mia scelta non era dettata dalla repulsione verso l' alcool (che non avevo allora e non ho tantomeno ora) quanto per garantirmi la tranquillità nell' affrontare il rientro a casa e... al volante!
Vado a recuperare Franky, il mio "fedele destriero", e parto alla volta di casa.

Dal centro di Torino imbocco un corso che costeggia il Po diretta verso sud. Da lontano scorgo una vettura dei carabinieri. Davanti a me nessuna auto.

"Eccallà" - penso - "vuoi vedere che mi fermano?!". Intanto mi assale quella sorta di disagio che mi fa sentire in colpa o comunque in torto a prescindere ogniqualvolta incrocio una vettura delle forze dell' ordine.

Ovviamente la paletta bianca e rossa viene prontamente sventolata al mio indirizzo per cui accosto ligia al marciapiedi.
Abbasso il finestrino. Il carabiniere si avvicina ed esordisce con il classico "Favorisca patente e libretto".

Io: "Buona sera." - pensando tra me e me "e che c@##o almeno le buone maniere" - "Qui la patente. Ora prendo i documenti. Sono nel cruscotto." (caso mai pensasse che volevo prendere una pistola -.-. All' epoca GIALLO e TOP CRIME non esistevano ancora ma in quanto a libri, film e telefilm sul genere...uh se me ne ero già fatta una cultura!!)

Consegnato quanto richiesto, il carabiniere va verso la volante. 

Dopo un po' si avvicina l' altro collega, decisamente più attempato del primo, e con fare perentorio mi chiede "Ha bevuto qualcosa?".

Io: "Un cocktail analcolico" (già, era la sera della "botta di vita"). Da brava Bilancia (n.d.G.: nata sotto il segno de...) ci tenevo ad essere precisa ed intanto speravo che l' intruglio che avevo consumato poco tempo prima fosse molto poco cocktail e tanto più analcolico.

Il carabiniere con aria di sfida: "Adesso vediamo" (leggetelo con un bello "tzè" iniziale).

...

Ho faticato. Ho faticato non poco nel cercare di mantenermi impassibile. Sono capacissima a tacere ma i "vaffa" vari uhhhh se mi si leggono in viso!!! 

Carabiniere: "Soffi forte qua dentro".

Nota: sono sempre stata una pippa nel gonfiare palloncini. Problemi di indirizzamento del soffio, suppongo. Aggiungeteci pure l' ansia da prestazione ed il disagio di cui sopra, insomma la mia performances è stata un po' deludente.

Carabiniere: "soffi forte!" con impazienza e con l' aria tronfia che gridava a chiare lettere "Analcolico?!? Sì! Come no?!".

Finito di soffiare con il carabiniere guardiamo il display.

Verdetto: "0.0"

All' epoca il film "Che bella giornata" di Zalone non era ancora uscito ma nel mio animo, vi giuro, ho reagito come Checco dai carabinieri quando tutti ridono dopo la battuta del comandante sull' aggravante della recidiva se non ricordate la scena andate qui

Una sorta di "Ma guarda questo!"

Il carabiniere comunque ci rimane di sale per la tampa pazzesca che si era fatto e con aria delusa mi dice "Vada pure".
Io: "Grazie. Potrei avere indietro i miei documenti, per cortesia?"
Carabiniere: "Certo! Certo! Buon rientro e guidi con prudenza."

Io: "La ringrazio. Non mancherò. Buona sera."

Fine. Non aggiungo commenti perché ho già scritto abbastanza e poi l' aneddoto si commenta da sé!

Veniamo a questi biscotti.
Volevo preparare un biscottino per LoveOfMyLife perché per diversi giorni mi sono limitata a cucinare per "sfamarci". Volevo fargli una coccola e così ho optato per dei biscotti di facile e veloce esecuzione.

La ricetta proviene da qui. Io l' ho modificata utilizzando oltre alla farina di mandorle della farina di pistacchi e sostituendo la farina "00" con farina di tipo "1".

Ingredienti per una 30na (37, a voler essere precisi) biscotti: 

  • 1 Uovo
  • 100 gr. di zucchero integrale di canna
  • 100 gr. di olio di Semi di girasole
  • 100 gr. di farina di Mandorle (*)
  • 100 gr. di farina tipo 1 (**)
  • 50 gr. di farina di pistacchi
  • 2 gr. di lievito istantaneo per dolci
  • 60 gr. di gocce di cioccolato
  • 1 bustina di vanillina

(*) la ricetta originale prevedeva solo 150 gr. di farina di mandorle

(**) la ricetta originale prevedeva farina di tipo 00


Strumenti
:

  • ciotola
  • cucchiaio
  • setaccio
  • leccarda
  • carta da forno
  • gratella 

Preparazione:

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Nella ciotola ho lavorato uovo, zucchero ed olio con un cucchiaio fino ad ottenere un composto omogeneo e gelatinoso.

Ho poi aggiunto la farina di mandorle e pistacchi, ho setacciato la farina di tipo 1 con la vanillina ed il lievito ed amalgamato.

In ultimo ho inserito le gocce di cioccolato.

Ho lavorato a mano l' impasto e poi, a completa amalgama, ho iniziato a formare i biscotti staccando 15 gr. di impasto per volta, formando delle palline ed adagiandole sulla leccarda rivestita di carta da forno!
Al termine con il pollice ho creato un avvallamento su ciascun biscotto.

Ho infornato per 15 minuti.






Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

martedì 6 febbraio 2024

Crackers ai semi aromatizzati alla cipolla - ricetta veloce per un racconto lungo

Una sera di svariati anni fa.

Con mamma e sorella ci rechiamo in un paese della collina torinese per un rosario (era mancato il papà di una mia cara amica).

Mentre siamo in Chiesa inizia ad abbattersi, sul paesello e zone limitrofe, una bomba d'acqua che in poco meno di un' ora fa danni indicibili.

All' uscita dalla Chiesa il sole è già tramontato ma grazie al cielo non piove più.

Lievemente rincuorata mi metto al volante della mia amata Franky per tornare a casa: una decina di chilometri percorsi su strade di paese.

N.d.R.: All' epoca ero patentata da pochi anni e, soprattutto, non guidavo moltissimo (solo nel fine settimana).

Procedo cauta ed un filo atterrita nel constatare quali e quanti danni ha causato il nubifragio  di poco prima.

La strada è scarsamente illuminata. Raggiungo il punto del percorso nel quale la strada digrada e passa sotto un ponticciolo.

All' improvviso vedo davanti a me una pozza d'acqua (tipo lago). Decido di procedere ugualmente ("e che diamine! sarà mica così profonda?!") ma, ne vedere il livello dell' acqua alzarsi, perdo la mia determinazione e mi fermo. 

L'acqua arriva a metà pneumatico. Preda della mia scarsa destrezza/esperienza/prontezza, inserisco la retromarcia ma la mia amata Franky si spegne (ovviamente per colpa mia).

Provo a riavviare. La macchina non parte. Ci riprovo. Stesso risultato. 

In mezzo ai toni concitati di mia sorella (impaurita) mi rendo conto che siamo sole, nel buio della notte (comunque la luce era quella), in un punto non molto visibile di una strada a bassa frequentazione.

Il sonoro "Giuà" di mia mamma che con disapprovazione mi redarguisce per la mia esclamazione ruspante "O ca##o! E mo'?!?" mi lascia ad intendere che, almeno lei, riesce a conservare un po' di calma e mi infonde coraggio (si preoccupava più di riprendermi che del pasticcio in cui eravamo finite).

Mentre cerco in borsa il mio cellulare per provare a chiamare l' autosoccorso, dall' altro versante del pozzangherone, ecco comparire i fari di un mezzo gigantesco: un camion dei vigili del fuoco.

I pompieri erano lì per aspirare l'acqua del lago/pozzangherone.

Prontamente abbasso il finestrino, sventolo il braccio, urlo "ehi siamo qui!" coperta dal suono del clacson cui mi attacco come se non ci fosse un domani e ci aggiungo anche una sfanalata "che male non fa!" (il tono della mia mamma aveva virato decisamente sull' approvazione).

A quel punto vedo il vigile dal lato del guidatore scendere dal camion.

Io urlo.

Lui fa qualche passo e mi fa un cenno con la mano.

Mi taccio e lascio in pace quel povero clacson.
Il pompiere si gira verso il suo collega ed urla - lo sentiamo tutte e tre distintamente - "Sì! Sì! E' donna!"

....

....

....

Con un sonoro "Ma daiiiiiii" lascio andare il capo contro il clacson che ovviamente funziona benissimo ed incita i vigili a darsi una mossa (cosa che ovviamente era ben lontana dalle mie intenzioni).

Morale della favola: i vigili ci hanno trainate fuori dalla pozza per cui anziché il muso da lesa maestà per l' orgoglio ferito ho sfoderato un sorriso (sincero!!) ringraziando e riconoscendo di aver ricalcato a pieno il cliché di "donna media al volante".

Piccola parentesi da romanzo rosa:
Poi va beh... mia mamma era convinta che l' eroe - uso parole non sue (cioè non di mamma) - ce stesse a prova' perché egli, notando il fiocco da ricevimento nuziale attaccato all' antenna di Franky,  aveva chiesto "è per un matrimonio?" ed io "sì! il suo", indicando mia sorella, "si è sposata 4 mesi fa".

L' eroe avrà pensato "questa è una povera scema" (ignorando che, in realtà, la cementificazione del fiocco all' antenna non era un vezzo romantico ma mi facilitava l' individuazione di Franky nei parcheggi).

"Ah il suo matrimonio? E tu? Non sei sposata?"...insomma robe così.

Io un po' imbarazzata (mi ero lasciata col moroso poche settimane prima) ho lasciato cadere la domanda nel vuoto e per colmare il silenzio sento la mia voce esclamare "Beh...si è fatto tardi! Grazie ancora!".

Fine Piccola parentesi da romanzo rosa.

Il vigile "anziano", che aveva osservato in disparte la scena, senza nemmeno provare a nascondere l' idea che si era fatto di me, esclama "Sì ma mica crederai che parta?".

Ed io "parte! parte!" (intanto mi ripetevo "beh?! sta certezza?")

Inserisco la chiave nel quadro. Giro. Magia. La mitica Franky con orgoglio (della serie "sta co@|!ona ci prova a boicottarmi ma io non cedo") riparte.

Poi va beh... il fatto che stesse per lasciarmi a piedi quando dovevo ripartire da casa di mia sorella e che nei giorni successivi in più di un' occasione mi abbia abbandonato è un' altra storia.

Storia terminata con la sostituzione del motorino di avviamento che pareva essersi rotolato nel fango (un po' come un candido Golden Retriever).

Quante risate nel ricordare quell' episodio. Ancora adesso a distanza di anni. Risate ma anche riconoscenza perché.... poteva andare decisamente peggio! Poteva piovere! [cit.] Oddio... aveva già dato poco prima.

Dato che vi ho seviziati abbastanza con questo racconto infinito, vi lascio una ricetta velocissima!!!
Vi prende la voglia di sgranocchiare qualcosa di salato? Di gustoso ma che possibilmente non attenti troppo al vostro girovita? 
Allora preparate questi favolosi crackers ai semi! La ricetta proviene da qui ma io l' ho modificata utilizzando farina di riso + semola al posto della farina di farro, diminuendo la quantità di olio ed aumentando leggermente quella di acqua e poi aggiungendo un' aromatizzazione. Io stravedo per la cipolla ad ogni modo i crackers sono buonissimi anche "nature".

Una leccarda di crackers: 

  • 40gr. di semi di girasole
  • 20gr. di semi di lino
  • 20gr. di semi di sesamo bianco
  • 1 cucchiaio pieno di semi di chia
  • 1/2 cucchiaino di sale in fiocchi + altro per cospargere i cracker (io ho usato del fleur de sel)
  • 45gr. di farina di riso integrale (*)
  • 20gr. di semola rimacinata di grano duro (*)
  • 2 cucchiai di cipolla in fiocchi
  • mezzo cucchiaino di cipolla in polvere
  • 65gr. di acqua
  • 30ml di olio extravergine di oliva

(*) la ricetta originale prevedeva solo un tipo di farina
Strumenti
:

  • ciotola
  • frusta a mano
  • leccarda
  • due fogli di carta da forno
  • mattarello
  • coltello
  • gratella 

Preparazione:

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C.
Nella ciotola ho inserito gli ingredienti nell' ordine in cui sono elencati.

Ho mescolato il tutto con la frusta a mano. Il composto che si ottiene è una specie di poltiglia tutta semi!
Ho versato il tutto su un foglio di carta forno, ho coperto con un ulteriore foglio di carta forno e con il mattarello ho steso l' impasto in una sfoglia sottile. 
Ho poi tolto il foglio di carta forno superiore, cosparso la sfoglia con altro sale in fiocchi e nuovamente coperto con la carta per far aderire bene il sale alla sfoglia. 
Prima di infornare, con un coltello (ma anche con un tarocco) ho praticato dei tagli sulla sfoglia per dare una forma di massima ai crackers. 
Ho provato anche con la rotella tagliapizza ma ve la sconsiglio perché la sfoglia tendeva ad arricciarsi.

Ho infornato per una ventina di minuti e comunque fino a doratura dei crackers. 
L' aroma della cipolla si sente molto + intensamente tanto più li lascerete raffreddare (il giorno dopo, ad esempio, sono spettacolari).
Si conservano diversi giorni in una scatola di latta mantenendo tutta la loro croccantezza e fragranza!





Provateli e ditemi se una volta assaggiati riuscite a fermarvi.
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

martedì 9 gennaio 2024

Sablé aux épices

Ed ecco iniziato il 2024.
Come avete trascorso le festività?
Io mi sono beccata una bella influenza che dal 26 di dicembre fino ad inizio gennaio mi ha trasformata in una cozza che nel divano ha trovato il suo scoglio. 
Di certo mi sono riposata e, fortunatamente, non ho contagiato nessuno (sebbene abbia vissuto in ansia tutto il periodo di malattia).

La mia reclusione in casa ha fatto sì che non mi sia goduta appieno il clima festoso. Ad onor del vero già prima delle vacanze non avevo sentito molto il Natale (per intenderci: non ho mai ascoltato intenzionalmente le canzoni natalizie) ma nonostante questo - o forse proprio per questo - come ogni anno, fatico a lasciarlo andare! Vorrei continuare a vedere le vetrine addobbate, le illuminazioni di svariato gusto (e talvolta anche disgusto) sui balconi delle case...ed anche quei poveri Babbi Natale che più che intenti ad introdursi nelle case per consegnar doni sembrano concentrati a non mollare la presa e non schiantarsi giù.
Con LoveOfMyLife abbiamo deciso di sbaraccare il Natale questo we. Ma non mi stupirei se la pigrizia ci facesse cambiare idea al grido delle più pittoresche scuse che chiamano in causa la durata dell' esposizione delle decorazioni (che non può essere inferiore ad un numero imprecisato e variabile di giorni) o anche solo le condizioni meteorologiche (abbiamo solo decorazioni interne per cui il tempo non c'entra una pippa ma la pigrizia trova appiglio in ogni dove).

Ma veniamo alla ricetta.
In questo post vi avevo parlato della mia passione per i libri di pasticceria e vi avevo introdotto a quel meraviglioso libro che è "La mia piccola PASTICCERIA" di Christophe Felder e Camille Lesecq.
Questo Natale, quindi, mi è venuto spontaneo attingere da questo libro per differenziare la produzione di regalini home-made. 
Avendo sperimentato con mano e papille gustative la bellezza e bontà dei Sablé alla vaniglia del libro (Piramide di Sablé alla vaniglia), ho deciso di replicare la ricetta sostituendo la vaniglia con un mix di spezie che fa tanto Natale... da qui il loro battesimo in un francesissimo Sablé aux épices.
Ero partita "di buzzo buono" utilizzando il mattarello decorato ma, nonostante il riposo in frigorifero prima e dopo la formatura dei biscotti, nel vedere che il decoro non sopravviveva alla cottura, ho deciso di velocizzare la produzione dei biscotti omettendo il passaggio del mattarello. 

Uniche variazioni alla ricetta: la sostituzione del cucchiaino di polvere di Vaniglia con mezzo cucchiaino di spezie e mezzo di cucchiaino di cannella e l' utilizzo delle mani al posto della planetaria con la frusta a foglia.

Sablé aux épices: 

  • 250 gr. di farina "00" 
  • 95 gr. di zucchero a velo
  • 30 gr. di farina di mandorle
  • 1/2 cucchiaino di fleur de sel
  • 1/2 cucchiaino di spezie miste in polvere (cannella, cardamomo, noce moscata e chiodi di garofano) (*)
  • 1/2 cucchiaino di cannella in polvere (*)
  • 1 uovo
  • 150 gr. di burro tagliato a dadini

    (*) la ricetta originale prevedeva un cucchiaino di Vaniglia in polvere

Strumenti:

  • ciotola
  • marisa
  • setaccio
  • mattarello
  • mini stampo per biscotti (3/5 cm)
  • leccarda
  • carta da forno o tappetino in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

In una ciotola ho setacciato gli ingredienti secchi: la farina, lo zucchero a velo, la farina di mandorle, il misto di spezie, la cannella ed in ultimo ho aggiunto il fleur de sel. Ho dato una mescolata con la marisa e poi ho aggiunto l' uovo leggermente sbattuto ed il burro tagliato a dadini ed ho lavorato velocemente fino ad amalgamare bene tutti gli ingredienti. 

Ho steso in sfoglie di 5mm, ho avvolto in pellicola trasparente e messo a riposare in frigorifero per almeno un' ora. Io, in verità, ho preparato l' impasto il giorno prima rispetto a formatura e cottura.

Passato il tempo di riposo in frigorifero ho acceso il forno  impostando la temperatura di 180°C ed ho iniziato a ritagliare i biscotti posandoli sulla leccarda rivestita con il tappetino in silicone. 

Ho reimpastato i ritagli e li ho messi nuovamente a freddare in frigorifero in attesa di poterli nuovamente coppare e cuocere.

Ho infornato per 15 minuti circa e comunque fino a doratura. Considerate che le formine da me utilizzate erano "mini". La ricetta originale prevede una cottura di 20 minuti.






Che questo nuovo anno porti a noi tutti tante cose belle, salute e... serenità.
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

mercoledì 20 dicembre 2023

Biscotti di semola rimacinata di grano duro e gocce di cioccolato

Come vi dicevo già in questo post, talvolta mi rendo conto di somigliare a mia mamma per il piglio con il quale interagiamo con il prossimo.
Così come mi rendo conto che la mia lingua tagliente farà sì che qualcuno prima o poi "mi alzerà le mani addosso", allo stesso modo temo che mia mamma possa incappare in qualcuno incapace di lasciar correre.
Una quindicina di giorni fa in un bar per il consueto caffé mamma&figlia. Mamma apre la porta per farmi uscire ma in mezzo si infila un signore che, tutto garulo, esce. 
Sento la voce di mia madre che, col fare di vittima per lesa maestà, con un misto di sconcerto/disappunto esclama: 
"Eccolo lì il cavaliere senza cavallo!"
Non faccio in tempo a pensare "alè, se va bene la manda a quel paese. Se va male, la mena" che il "cavaliere" si gira verso mia mamma, la guarda ed esclama: "Oggi l'ho lasciato nella stalla".
Io incredula e morta dal ridere. Mia mamma... idem! Avendo trovato un suo pari in quanto a prontezza di risposta è esplosa a ridere.
Poteva andare molto male ed invece........

Eccoci qua, arrivati ad un altro Natale. 
E siccome, per me, non è Natale senza biscottini da regalare, ecco l' ennesima ricetta di biscotti!

Voi avete programmi? 
Noi trascorreremo Vigilia, Natale e S.Stefano in famiglia, un po' da quella di LoveOfMyLife, un po' mia.
Per Capodanno, invece, già pregusto.....
Come accade già da diversi anni, ci concederemo un aperitivino sul divano, in pigiama e sotto la copertina e poi cena sul tardi per riuscire ad arrivare, svegli, alla mezzanotte per il brindisi.
Non vedo l'ora!!

Biscotti di semola rimacinata di grano duro e gocce di cioccolato: 

  • 400 gr. di semola rimacinata 
  • 120 gr. di zucchero di canna
  • 2 uova a temperatura ambiente
  • 80 gr. di burro fuso a temperatura ambiente
  • 100 gr. di gocce di cioccolato
  • 8gr. di lievito istantaneo per dolci
  • zeste di limone
  • 1 pizzico di sale fino

Strumenti:

  • zester
  • ciotola
  • marisa
  • setaccio
  • fruste elettriche
  • mattarello
  • mini stampo per biscotti (3/5 cm)
  • leccarda
  • carta da forno o tappetino in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

Una mezz'oretta prima di iniziare ho tolto dal frigorifero le uova ed ho fuso il burro a bagnomaria e vi ho messo in infusione le zeste di limone ed il pizzico di sale fino. 

In una ciotola ho montato le uova con lo zucchero fino a completo scioglimento di quest' ultimo. Continuando a montare poi aggiunto a filo il burro fuso, freddo, con le zeste.
Successivamente ho setacciato, sul composto di uova, zucchero e burro la semola con il lievito mescolando dapprima con un cucchiaio e poi proseguendo a mano.
In ultimo ho aggiunto le gocce di cioccolato e lavorato brevemente a mano.

Con un mattarello ho steso l' impasto tra due fogli di carta forno ad uno spessore di 6mm, avvolto in pellicola trasparente e messo a riposare in frigorifero per due orette.

Passato il tempo di riposo in frigorifero ho acceso il forno  impostando la temperatura di 170°C ed ho iniziato a ritagliare i biscotti posandoli sulla leccarda rivestita con il tappetino in silicone. 
Ho reimpastato i ritagli e li ho messi nuovamente a freddare in frigorifero in attesa di poterli nuovamente coppare e cuocere.

Ho infornato per 15 minuti circa e comunque fino a doratura.








TANTI AUGURI DI BUON NATALE E BUONE FESTE A VOI ED ALLE VOSTRE FAMIGLIE
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

mercoledì 22 novembre 2023

Scones ed il potere di un sorriso

H. 18 di qualche mercoledì fa.
Sono in macchina, diretta verso casa dall' ufficio.
Per quanto il traffico romano sia molto noto, qualora non lo sapeste, anche Torino non scherza. 
Magari il numero di veicoli che circolano è inferiore a quello capitolino ma in quanto a numero di piloti di formula 1, rally e quant' altro Torino non si batte.
Devo dire che io stessa al volante mi trasformo non tanto in quanto ad aggressività nelle manovre quanto a quella... come dire... verbale? Diciamo che trovo sfogo nel turpiloquio, ecco. Non mi fa onore ma così è.
Sono in macchina, scrivevo, e giungo in prossimità di una rotonda accanto ad un centro commerciale.
Delle due corsie a disposizione, al solito la corsia più affollata è quella a sinistra perché quella a destra è usata come "area parcheggio" da coloro che vogliono andare al centro commerciale senza doversi addentrare nell' area parcheggio apposita (notare che il parcheggio è multipiano e davvero si fa difficoltà a NON trovare posto). Ovviamente a Torino i più hanno fretta per cui in molti usano la corsia di destra come corsia di sorpasso salvo poi buttarsi a sinistra ("buttarsi" è proprio il termine più aderente alla realtà)  per schivare l' ostacolo "auto parcheggiata". Chi resta a sinistra sa che dovrà guadagnarsi con il sangue ed il sudore ogni millimetro di avanzamento e, soprattutto, dovrà essere pronto ad inchiodare quando il veicolo alla destra tenterà l' inserimento.
Io sono al volante sulla corsia di sinistra con quell' animo lì.
Arrivo quasi all'altezza dell' ostacolo. Il veicolo davanti al mio inchioda: il suo corrispettivo destro è partito all' attacco seguito a ruota da quello subito successivo. Il mio predecessore passa. 
E' il mio turno. Con uno sguardo cattivissimo mi volto a guardare il guidatore accanto a me. 
Il mio sguardo promette fulmini e saette. Mi ritrovo un tizio con l' espressione "paciosa" e sorniona (alla Luca Pappagallo, non so se avete presente, il tizio però ha i capelli raccolti in una coda) sembra simpatico ma è pure grosso -.-. Mi incute un po' di timore per cui in un attimo passo dal piglio alla "col ca##o che passi" a quello della cameriera secca dei signori Montagnè "s' accommmomononino" (vedi qui al minuto 4:20). Faccio gli occhi tondi da panda, lui scoppia a ridere per il mutamento della mia espressione (mi hanno sempre detto che tutto ciò che penso mi si legge in faccia), io  scoppio a ridere di rimando e gli faccio cenno di passare. Lui a quel punto scuote la testa a voler dire "Sia mai, ci mancherebbe" e con la mano sinistra mi fa capire che mi cede il passo. Gli sorrido riconoscente e lo ringrazio. Lui di rimando sfodera un sorriso alla Stregatto.
Oltre a farmi sorridere, questo episodio mi ha fatto pensare a quanto poco basti, talvolta, per ribaltare una situazione che sembrava già scritta e tracciata in una diametralmente opposta.
Anziché tornare a casa con un diavolo per riccio, ho proseguito il viaggio ridendo e sorridendo per la svolta inaspettata degli eventi.
Basterebbe un po' di buona volontà in più... o anche solo un sorriso.

Ma passiamo a questi scones. La loro bontà... non potete immaginarla... per cui...FATELI!!!

Capirete di aver fatto bene a seguire questo mio consiglio già solo nel sentire il delizioso profumino che sprigioneranno in casa vostra.

Scrissi "lungamente" degli scones in questo post. All' epoca avevo replicato la ricetta del Maestro Ernst Knam.
Devo dire, e lo scrissi anche allora, che il risultato non mi aveva conquistata molto.
Diverso tempo dopo sono incappata qui. E' stato amore a prima vista. La foto sembrava proprio ricordare quelli che assaggiammo con gusto in quella tea house in Camden Town quello che ormai mi pare essere un secolo fa!
Ho seguito fedelmente la ricetta di Rossella tranne che per qualche piccolo dettaglio: 

- il burro freddo anziché affettarlo  l' ho grattugiato con una grattugia a fori grossi

- non avendo farina tipo "00" ho usato una farina tipo "0"

- ho sostituito l' uvetta con le gocce di cioccolato

Scones (16 pezzi): 

  • 500 gr. di farina "0"
  • 300 ml. di latte
  • 160 gr. di gocce di cioccolato
  • 110 gr. di burro 
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • 1 bustina di lievito istantaneo per dolci
  • 1 cucchiaino di sale fino

Strumenti:

  • grattugia a fori larghi
  • 2 ciotole
  • cucchiaio
  • setaccio
  • forchetta
  • mattarello
  • coppapasta rotondo di 5cm di diametro
  • leccarda
  • carta da forno o tappetino in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 200°C.
Ho grattugiato il burro e l' ho messo in una ciotola.
In un' altra ciotola ho setacciato la farina con il lievito, ho aggiunto il sale e lo zucchero ed ho mescolato con un cucchiaio. Ho poi aggiunto ai composti secchi il burro ed ho lavorato con l' ausilio di una forchetta fino a completo assorbimento.
Ho inserito le gocce di cioccolato, mescolato ed infine aggiunto il latte continuando a mescolare.
Ho dato una lavorata anche con le mani, brevemente, per amalgamare meglio gli ingredienti.
Ho versato il composto su una superficie spolverata di farina e, con l' ausilio del mattarello, l' ho steso ad un' altezza di 3 cm. Ho coppato gli scones con un tagliapasta di 5cm di diametro rincollando alla bene meglio i ritagli che avanzavano e li ho disposti, distanziati di 1,5cm, su una leccarda ricoperta con un tappetino in silicone (va bene anche la carta forno). Con questo impasto otterrete 16 scones... la quantità giusta per un' unica infornata. 
Ho infornato per 15-20 minuti.








FATELI! Ma soprattutto... SORRIDETE! :-D
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

venerdì 27 ottobre 2023

Amor Polenta BITES

Portate pazienza ma... ho praticamente perso un mese! 
Se settembre mi era parso durare tre volte tanto, ottobre non l' ho quasi registrato!
E dire che è il MIO mese, quello del mio compleanno. Avrei dovuto quanto meno omaggiarlo, godermelo, "viverlo" ed invece mi è sembrato sgusciar via di mano come un' anguilla. Non temete: nessuna anguilla o altro animale è stato maltrattato. Tra l' altro le anguille mi fanno anche un filo senso: quando da piccina accompagnavo la mamma al mercato paventavo sempre il momento in cui saremmo dovute passare accanto al banco del pesce -.-.

Nell' ultimo mese, dunque, oltre ad aver compiuto 46 anni - l' idea di essere ormai ufficialmente più vicina ai 50 anni che ai 40 mi lascia un po' tramortita - un riassetto organizzativo del gruppo nel quale lavoro mi ha "donato" (TANTI AUGURI A TEEEEEEE!!!) un carico di lavoro e di responsabilità maggiori per cui non mi sono potuta concedere molte distrazioni. Il lavoro ed alcune preoccupazioni famigliari hanno invaso il mio quotidiano rimandando, come sempre, il blog ed il mio passaggio sui vostri a "quando riuscirò a godermi il tutto come si deve". 

Oggi, però, ho deciso di prendere in mano la situazione perché ad attendere il verificarsi di tutte le congiunzioni astrali che mi porterebbero a starmene in panciolle a zonzo per il web sto a diventa' vecchia e basta.
Torno su questi schermi con una ricetta che è un classico della cucina lombarda: l' amor polenta!
La ricetta l' ho presa dal blog di Sonia Peronaci. Non avendo lo stampo classico ho deciso di utilizzare, una volta tanto, un graziosissimo stampo per "miniature & bite-sized" che mi aveva regalato mia sorella tempo fa. Per questo motivo ho pensato di chiamare questi dolcetti "Amor Polenta bites" perché sono proprio dei bocconcini di Amor Polenta.

Amor Polenta Bites (16 + 1 Mini bundt):

  • 125 gr. di burro a temperatura ambiente 
  • 125 gr. di zucchero semolato
  • 75 gr. di farina "0"
  • 75 gr. di farina di mais fioretto
  • 75 gr. di farina di mandorle
  • 8 gr. di lievito istantaneo per dolci
  • 4 uova a temperatura ambiente
  • 10 gr. di rum
  • 2 cucchiaini da thè di estratto di vaniglia
  • 1 pizzico di sale
  • staccante spray per alimenti o farina + burro
  • zucchero a velo per decorare

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • ciotola
  • setaccio
  • marisa
  • stampo per mini bundtcake o stampo per Amor Polenta 
  • pennellino in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

Ho acceso il forno impostando la temperatura di 175°C.
Ho spruzzato lo staccante spray nei vari stampi e l'ho distribuito con un pennellino in silicone.

In una ciotola ho lavorato con le fruste elettriche il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Ho poi aggiunto le uova  una alla volta attendendo sempre il completo assorbimento della precedente prima di passare alla successiva. Successivamente ho aggiunto la vaniglia, il sale ed il rum.

Con l' ausilio di una marisa ho poi incorporato la farina di mais fioretto, la farina di mandorle e la farina 0 setacciata con il lievito.

Ho versato il composto negli stampi da mini bundtcake ed ho infornato fino a cottura ultimata: a me sono occorsi 20 minuti ma vale sempre la regola dello stuzzicadenti.

La ricetta originale prevedeva la cottura nello stampo classico per l' Amor Polenta e riportava 30 minuti come tempo di cottura.

Una volta cotti questi bocconcini ho atteso una decina di minuti per sformarli e poi li ho messi a raffreddare su una gratella per dolci.

Serviteli cosparsi di zucchero a velo.





Dei bocconcini davvero golosi!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia

lunedì 18 settembre 2023

Biscotti con Farina di Mais Fioretto

Se vi mostrassi una delle rare foto di famiglia con mamma, papà, sorella e me sarebbe evidente anche a voi: ho preso da papà.
Quand' ero piccina, i conoscenti che ci incontravano per strada non mancavano mai di notare quanto somigliassi al ramo paterno della famiglia. Mi avevano perfino attribuito lo stesso soprannome dato al mio bisnonno (opportunamente declinato in "ina").
Sono quindi cresciuta nella consapevolezza di aver ben poco da spartire, dal punto di vista estetico, con la mia mamma. Per una questione di colori: mamma ha i capelli castano chiari mentre io li ho scuri; di tratti: mamma ha un visino affilato mentre io sono un po' più... "mascellata"; di forme: mamma piccolina e con taglia 40 io beh forse la 40 la indossavo in prima media ma questo è un altro dettaglio.

Ogni tanto, però, accadono delle cose che mi fanno capire che, beh, magari non fisica ma la somiglianza c'è, eccome se c'è! 

H. 8:15 di sabato mattina.
Sono alla cassa del supermercato intenta a riempire le mie borse.
(Sì, lo so... è presto ma io adoro andare a fare la spesa a quell' ora per incrociare meno gente possibile)
La cassiera passa i prodotti che ho messo sul banco.
Arriva un signore che, occhio e croce, ha superato la 70na.
Mette sul nastro i suoi prodotti, estrae il bancomat e si avvicina al lettore del POS come se io non ci fossi. Batte la tessera sul bancone, come a scandire il tempo che passa. 
Notare che la cassiera stava ancora passando i miei articoli -.-.
Io continuo in tutta calma a riempire le borse sebbene mi dia abbastanza fastidio che sto qua sia così vicino: lì, davanti al lettore del pos, dovrei starci io. Te dovresti startene bello bello accanto alla tua spesa. 
(Ammetto che in questo frangente il Covid NON mi ha aiutata: ho amato il distanziamento!)
Ed in quel momento mi esce fuori il Johnny (Patrick Swayze) che mostra a Baby (Jennifer Grey), con fare scocciato, il perimetro dei rispettivi spazi "Questo è il mio spazio, questo è il tuo spazio". Inspiegabilmente taccio.
La cassiera mi guarda ed alza gli occhi al cielo.
Seraficamente le dico: "Pace. Aspetterà che io finisca. Tanto la D'Urso è stata silurata per cui non deve correre a casa a guardare Canale 5". 
La cassiera ride.
Il signore aspetta che io paghi, purtroppo, perché giuro che sarei stata capacissima di proporgli di pagare al posto mio.
Saluto la cassiera e vado via.

H.10:30 dello stesso sabato mattina.
Mamma ed io siamo in coda alla cassa del supermercato per la sua (di mamma) spesa.
Un signore viola il perimetro di mia mamma (praticamente le ha tirato una carrellata alla schiena pensando di accelerare il processo di pagamento).
Mia mamma si volta indispettita, lo guarda ed esclama "Cos'è? Deve correre a casa ad allattare?"

Io MORTA. 
Ma, giuro, ero anche un po' commossa perché ho pensato: "Sono proprio figlia sua! E' proprio la mia mamma!"

Ma veniamo a noi. Le vacanze estive sono passate. Sarebbero potute andare meglio: preoccupazioni e cattivi pensieri hanno offuscato buona parte delle giornate ma comunque la pausa dal lavoro è servita.
Ho faticato a riprendere la vita da "pseudo-blogger" ma eccomi di nuovo qua!

Non sono ancora riuscita ad uscire dal tunnel del "biscottare" per cui vi lascio la ricetta degli ultimissimi biscotti fatti in questo w.e..

Sono biscotti alla farina di mais fioretto. Rimangono morbidi ed inzupposi.
Se non avete voglia di fare sessanta pallette come me (...) sentitevi liberi di dimezzare le dosi o di fare delle pallette più grosse (le mie erano di 20gr ciascuna).

BISCOTTI ALLA FARINA DI MAIS (circa 62):

  • 230 gr. di burro a temperatura ambiente tagliato a dadini
  • 250 gr. di zucchero semolato
  • 350 gr. di farina "0"
  • 240 gr. di farina di mais fioretto
  • 1 cucchiaino da thè raso di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaino da thè raso di sale fino
  • 2 uova
  • 4 cucchiaini da thè di miele (per me di Acacia)
  • 1 cucchiaino da thè di pasta di limone (o la buccia grattugiata di 1 limone)
  • 2 cucchiaini da thè di estratto di vaniglia

Strumenti:

  • fruste elettriche
  • 2 ciotole
  • forchetta
  • setaccio
  • marisa
  • piattino
  • leccarda
  • tappetino microforato in silicone
  • gratella per dolci

Preparazione:

In una ciotola ho lavorato con le fruste elettriche il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Ho poi aggiunto le uova. la pasta di limone, la vaniglia ed il miele ed ho continuato a lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo.

In un' altra ciotola ho setacciato la farina "0", il bicarbonato di sodio, la farina di mais ed il sale.

Ho aggiunto il composto di farine a quello di burro e uova, etc e lavorato con una marisa. Per amalgamare bene sono poi passata all' utilizzo di un tarocco in silicone. Ottenuto un impasto morbido ed omogeneo ho riposto l' impasto in frigorifero per una mezz' oretta.

Trascorso il tempo di riposo in frigorifero, ho acceso il forno impostando la temperatura di 180°C ed ho iniziato ad impallettare :-).
Con l'aiuto della bilancia e di un piattino ho pesato pezzetti di impasto da 20 gr. ciascuno, ho formato delle palline e le ho adagiate su una leccarda rivestita con un tappetino microforato.

Ho infornato per 14 minuti. I biscotti devono essere dorati per cui regolatevi con i vostri forni!

Una volta cotti ho atteso una decina di minuti e poi li ho messi a raffreddare su una gratella per dolci.



Buoni con quella consistenza tipica della farina di mais!
Vi abbraccio!
A presto,
LaGio' Riccia